Seminario Economia Italiana: Resilienza alla (nuova) doppia crisi

Resilienza alla (nuova) doppia crisi: persistenze e cambiamenti negli assetti e nelle strategie delle imprese italiane”

Organizzato dal CESPEM Mario Arcelli nell’ambito del Laboratorio Next Generation EU del corso di Politica economica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore sede di Piacenza per presentare il numero della Rivista Economia Italiana, edita da Minerva Bancaria.

Si svolgerà a Piacenza giovedì 7 novembre alle ore 11,45 in aula E la consueta presentazione della Rivista Economia Italiana che propone un’analisi sulla reazione delle imprese italiane alla crisi pandemica ed agli shock globali seguiti alla guerra russo-ucraina. “E’ un appuntamento consueto di confronto per noi della Rivista con il contesto piacentino che contribuisce alla realizzazione della stessa attraverso il centro studi Cespem Mario Arcelli dell’Università Cattolica e con il supporto della Fondazione di Piacenza, della Fondazione Mario Arcelli e di Confindustria Piacenza. Siamo molto legati a questo evento perché ci permette un confronto proficuo con i ricercatori e gli studenti della sede piacentina dell’Università Cattolica”, afferma Giovanni Parrillo direttore editoriale di Minerva Bancaria, la casa editrice che edita la rivista. Il numero della rivista è stato coordinato dal piacentino Giovanni Dosi della Scuola S. Anna di Pisa e da Roberto Monducci dell’Osservatorio Imprese estere che sarà il keynote speaker del seminario.

“La Rivista Economia Italiana è stata fondata da mio padre – afferma Federico Arcelli dell’Adivsory Board della rivista e fondatore della Fondazione Mario Arcelli –  ed è stata recentemente rilanciata dalla collaborazione tra i centri studi a lui intitolati alla LUISS (Casmef) ed all’Università Cattolica (Cespem). L’obiettivo è quello di fornire uno spazio di riflessione tra economisti, policy makers e professionisti finalizzato al confronto sui temi dell’attualità economica. L’appuntamento piacentino è una consuetudine importante a cui siamo particolarmente legati.”

Il numero della Rivista Economia Italiana richiama come le vicende economiche italiane dopo la fase acuta della pandemia – in un contesto perturbato da ulteriori shock globali – sono state caratterizzate da una ripresa economica più rapida rispetto ai principali paesi europei, sostenuta da politiche fiscali espansive e da una rilevante performance dell’export. L’obiettivo di ricerca è la valutazione del grado di resilienza dell’economia agli shock ripetuti degli anni 2020-22 e l’approfondimento delle ragioni (macro e microeconomiche) della positiva, e per molti versi inaspettata, performance economica del nostro Paese nel contesto europeo. I saggi utilizzano in particolare la base informativa Istat resa disponibile con il Censimento permanente delle Imprese. Come concludono gli editor, “Il quadro che emerge è in chiaroscuro. Sicuramente gli shocks aggregati non hanno indotto quegli effetti di ‘cleansing’ generalizzato che parecchi economisti avevano preconizzato. E naturalmente non hanno indotto quei mutamenti nella struttura industriale che il nostro Paese richiederebbe. Allo stesso tempo, una frazione delle imprese (variabile tra i diversi settori) ha mostrato una notevole vitalità, tentando upgrading nelle proprie strategie, concernenti ad esempio l’innovazione organizzativa, l’adozione di nuove tecnologie, la penetrazione dei mercati esteri e la partecipazione alle reti produttive internazionali. Tale vitalità, tuttavia, non pare in grado di eliminare quelle caratteristiche strutturali ‘neodualistiche’ … che sottendono la persistenza di bassa (e stagnante) produttività e basse retribuzioni in una frazione importante dell’industria e dei servizi in Italia”.

“Si tratta di un contributo significativo al dibattito sul futuro delle imprese italiane – conclude il prof. Timpano direttore del Cespem Mario Arcelli, che promuove l’incontro nell’ambito del Laboratorio Next Generation EU realizzato con gli studenti del corso di Politica economica della Laurea Magistrale in Gestione d’azienda – perché unisce riflessioni sulla reazione positiva delle imprese alle crisi di questi ultimi anni, resa anche possibile da politiche che hanno sostenuto il sistema economico in modo robusto, ma anche sulla capacità di lungo periodo del sistema di superare i problemi strutturali dell’industria italiana”.

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