Chiesa e Papato nella Storia e nel Diritto
25 anni di studi critici
© Copyright 2002
Libreria Editrice Vaticana
Città del Vaticano
ISBN 88-209-7156-9
Collegamenti esterni: Google Books
Prefazione
Una grave malattia può far sorgere il desiderio di rivisitare il proprio passato, anche quello di critica storica, per metterne insieme i risultati, per vedere altresì se, raccogliendo con ordine le varie pubblicazioni, recensioni e note, si possano trarre, in modo più chiaro, alcune conclusioni, se ne nasca magari una qualche linea di fondo capace di indirizzare il futuro, ovvero appaiano utili piste per un ulteriore approfondimento storico e canonico, teologico ed ecumenico. Malattia, o meno, ho sperimentato anch’io questo bisogno di vagliare retrospettivamente i miei interessi scientifici e le mie «curiosità» storiche, sorgendo imperiosa la volontà di precisare le ragioni del divenire della mia coscienza di studioso.
Dal desiderio sono passato all’esecuzione, anche pungolato dà consigli amici. Ecco, dunque, qui raccolti i miei interventi critici, scaglionati nei venticinque anni passati, abbastanza ritmici nel tempo, con moto peraltro più intenso — e ciò è dipeso dalle circostanze di lavoro – dal ’90 in poi. Si tratta di una ristampa inalterata (salvo correzione di errori materiali e sviste) di studi apparsi dal 1973 al 1999 con l’aggiunta di qualche inedito. L’ordine, all’interno degli argomenti generali, scelti per dare un titolo alle varie Parti, – come paniere atto a raccogliere, in costatazione quasi inattesa, i grandi filoni unitari del mio interesse – è quello cronologico, salvo qualche rara eccezione in cui la logica di lettura ha richiesto un anticipo o una posticipazione.
Mi piace vederli tutti, questi studi, animati da un forte amore alla verità e come realizzazione di un anelito, di un bisogno fondamentale, sentito fin dagli inizi, quello di contribuire a dischiudere la ricerca storica al diritto canonico e quest’ultimo alla storia, nel senso più vasto, quale è inteso oggi.
Come dubitare infatti dell’importanza del diritto canonico per conoscere lo spirito che anima un’epoca, specialmente se medievale? Esso fu, in effetti, particolarmente in detto periodo, ordinamento europeo, universalistico.
Di tale anelito di comunione fra le due scienze sopra citate è chiara testimonianza la mia fedele collaborazione, da una parte, alla Rivista di Storia della Chiesa in Italia e, dall’altra, ad Apollinaris, da cui sono tratti moltissimi dei capitoletti (104) di questa pubblicazione, «in una combinata», quasi perfetta, che ritengo felice, delle due discipline, e indicativa appunto del mio sentire vivissimamente l’unità d’intenti. Rilevo al tempo stesso che le «recensioni» sono in genere piuttosto lunghe — è mia caratteristica, con vantaggi e svantaggi impliciti per il paziente lettore, anche perché mi piace, al fine di fondare la mia critica, far parlare l’Autore, affinché il giudizio nasca quasi dalle sue parole (più che dalle mie) e sia perciò più facile ed obiettivo.
Nel sottofondo delle Riviste «si vedono», naturalmente, i volti cari dei loro iniziali responsabili, soprattutto dei compianti Mons. Michele Maccarrone e Padre Pietro Tocanel, O.F.M. Conv. (v., al riguardo, In memoriam del Prof. O. Bucci: Apol LXV-1992-, pp. 771-774). La comunione di spirito e l’accoglienza di stampa si inaugurò con loro.
La collaborazione, la condivisione scientifica, la stima furono tali, con il fondatore della Rivista di Storia della Chiesa in Italia, che egli giunse a chiedermi, alla fine degli anni ’70, di voler pensare a sostituirlo in Cattedra, nella Pontificia Università Lateranense.
E anche se ritenni, allora – credo a ragion veduta -, di non dover lasciare la strada diplomatica, su cui ero stato indirizzato, nel servizio ecclesiale non per mia iniziativa -, il cammino della ricerca scientifica, insieme, continuò alacre. Anzi Mons. Maccarrone lo diresse, con convinzione, verso l’età contemporanea, dopo i miei inizi medievali, specialmente in tema conciliare e papale. Ce n’era bisogno – mi disse – e d’altra parte era stato il cammino di molti che in principio furono medievalisti. Di ciò v’è ampia testimonianza nel contenuto di questo libro.
Dicevo della mia strada diplomatica, in un servizio quindi fuori d’Italia, quasi sempre (vent’anni) in Africa. È così presto spiegato il taglio dei miei studi, la loro specializzazione soprattutto nel «recensire». Le situazioni e i disagi africani, infatti, non mi permettevano molto di più, ma ciò non mi confinava – a mio avviso – al margine della ricerca europea e americana, stando a quella convinzione mia profonda che il genere letterario delle recensioni e delle note «deve sempre costituire un contributo al progresso della scienza». L’eco, che illustra il mio convincimento iniziale e radicato, l’ho trovata, or non è molto, in «Agostino Bea, Cardinale dell’ecumenismo e del dialogo» di S. Schmidt (Alba 1996, p. 52).
D’altra parte, la «critica» la sentivo sempre più congeniale, ormai, per quell’affinamento richiesto e operato dalla mia attività diplomatica, anche se non molti la praticano oggi, in verità. Di fatto «la bella stroncatura che prendeva il libro di petto con ragioni precise, pure opinabili, e che lo liquidava, ora non esiste più» (lo rilevava, in altro campo, Giulia Borgese – riferendo parole «passate» di un mio illustre concittadino, Neri Pozza – su Il Corriere della Sera del 16 gennaio 1998.
Ci vuole dunque la critica – meno, forse, la stroncatura, ma se è necessaria… -, la comparazione delle posizioni e la discussione, per far avanzare la conoscenza, con rispetto, sì, di chi scrive, ma altresì della verità; con co-raggio, oltre ogni parzialità o servilismo, timore reverenziale o «ideologizza-zione». Certo che bisogna rimanere, al tempo stesso, preparati a riceverla, pure, la critica, se provata, legata ai fatti, ai documenti. Nessuno in questo campo è infallibile, anche perché, come affermava Renan, «la verità si trova nelle sfumature». A questo proposito dico qui la mia pena, di costatarne l’assenza, in genere, in un procedere che è di poca precisione, quasi superficiale, molte volte «a ruota libera», senza meditata pazienza, su questioni, poi, che di solito sono complesse.
Ma facciamo un passo indietro per ricordare, al fine di intus legere questa mia pubblicazione, un altro personaggio del mondo dei miei ricordi, degli esempi ricevuti, colui che mi aveva messo (in collaborazione con Mons. Maccarrone) – ora lo so, dopo tanti anni sul treno della diplomazia della Sede e della ricerca medievale: il Padre Gilles-Gérard Meersseman, O. P., buon amico del mio primo Professore di Storia Ecclesiastica nel Seminario Vescovile di Vicenza, Mons. Giovanni Mantese, appassionato raccoglitore delle «Memorie storiche» della mia terra d’origine.
II P. Meersseman era un illustre uomo di studio, un dotto religioso, scomparso il 26 Marzo 1988, specialmente dedito alle ricerche sulla spiritualità dei Laici, in età medievale appunto, come lo testimoniano il «Fraternitatis» e, indirettamente, la I Parte di suo «Ordo questa raccolta. Tale indirizzo mi è ben rimasto dentro ed ha ispirato anche alcune note, le più personali di questi miei studi, che pur valgono «scientificamente» perché seguono le orme del «Padre» – come lo chiamavamo noi, – (ad esso si riferì pure Mons. Maccarrone nella RSChIt XLIII-1989-, pp. 185-200).
Nella galleria dei personaggi del mio passato di studioso, anzi potrei dire dei miei «maestri», in questo campo specifico storico-giuridico, manca solamente il compianto Mons. Giuseppe D’Ercole che — come dice un breve ma compendioso articolo In memoriam – Ecclesiam per scientiam dilexit (A. Giacobbi, Apol L-1977-, Pp. 326ss.). Fu lui a propormi per la tesi di laurea in Diritto Canonico l’approfondimento dello Pseudo-Isidoro, nel versante del primato pontificio, che poi divenne, come esso suggerì in tutta evidenza, piuttosto: Episcopato e Primato pontificio nelle Decretali Pseudo-Isidoriane.
Ricerca storico-giuridica» (Roma 1971). E tutta la II Parte degli studi qui pubblicati ne sono una «logica» conseguenza – con dilatazione d’interesse alle falsificazioni medievali, in genere, e analisi del loro influsso fino a giungere al vigente C.J.C. per la Chiesa Latina -, cosi come la III Parte, che concerne più specificamente la più larga storia del diritto canonico (soprattutto le «Collezioni») e di qualche specifica istituzione.
Mons. D’Ercole fu animato da grande amore per la scienza e altresì da quell’ansia ecumenica, che mi contagiò (ne sono ora cosciente), così come mi «presero» i suoi studi sulle «radici» della Chiesa, quella primitiva. Essi l’avevano condotto alla disciplina antica (v. il suo «Consortium disciplinae» del 1955), alla costituzione ecclesiastica fin dalle sue origini e finalmente alla «Communio»: ne nacque una serie di pubblicazioni — la collana che porta tale nome, giunta al numero 13 di serie (1960-1972) -.
Egli risali dunque alle radici delle istituzioni che si svilupparono nella storia della Chiesa, – mi piace qui ricordarlo, perché qualcosa di ciò porto nel sangue, come risulta da questa mia pubblicazione – e ne cercò traccia nel tempo, nella teologia, nel diritto, spostando la sua analisi su, su, prima verso il periodo preniceno, poi direttamente sul Nuovo Testamento e anche sull’Antico, per «trovare» Israele.
Non posso dimenticare di lui nemmeno la partecipazione, come perito, al Concilio Vaticano II, durante il quale contribuì, fra l’altro, a far accogliere nei testi conciliari la dottrina della communio hierarchica, in cui oggi si riconosce sempre più, sia pur con difficoltà, una delle chiavi interpretative dello stesso grande Sinodo. Organizzò, poi, nel settembre del 1967, in Roma ed Anagni, il congresso internazionale sulla storia della Sollicitudo omnium Ecclesiarum, contribuendo anche al varo della Rivista Concilium, da cui ben presto però prese le distanze.
Quanto abbiamo scritto di lui fa bene da sfondo alla IV Parte degli studi qui pubblicati, che si riferisce alla storia dei Concili, con particolare attenzione, via via fattasi più pressante, al Vaticano II, da cui nasce – risulterà evidente dalla lettura dei testi — un rispettoso e ragionevole dissenso specialmente nei riguardi del prof. Giuseppe Alberigo e quella che io chiamo la «scuola di Bologna». Il paziente ed informato lettore potrà giudicare, particolarmente percorrendo la forte critica ai tre primi volumi di una «Storia del Concilio Vaticano II», diretta appunto dall’Alberigo, e la presentazione di alcuni «Diari » conciliari.
Segue l’altro nodo del mio itinerario (V Parte) negli anni trascorsi, intimamente legato al precedente, quello del Primato del Vescovo di Roma, che fu ed è «segreto» di unità, ma al tempo stesso crux nell’odierno cammino ecumenico. La storia specialmente del primo millennio e la ecclesiologia di comunione e di cattolicità-ortodossia (che era sottesa ad un esercizio del primato allora in ascensione, nel contesto di una possibile distinzione tra diritti e doveri patriarcali e primaziali, di Roma) vi trovano ampi spazi di considerazione in prospettiva ecumenica, specialmente in relazione all’Ortodossia. Rileviamo qui solo un articolo che altri definì fondamentale: «Una formula “fortunata” di rapporto Primato-Episcopato: “In partem sollicitudinis… non in plenitudinem potestatis”».
Dopo la parentesi medievale (Parte VI), non poca cosa peraltro, da cui emergono gli studi del Lapôtre, con interessanti agganci di prospettiva ecumenica (per l’influsso pseudo-isidoriano – anche attraverso Anastasio Bibliotecario – sulla questione foziana e slava), ritorno, nella pubblicazione, alla Chiesa nell’età contemporanea (Parte VII) e ai suoi Papi (Parte VIII), da Pio
XII a Paolo VI. Non vi mancano, credo, gli spunti di revisione critica su vari argomenti di alto interesse storiografico, con attenzione particolare, ancora, alle questioni concernenti il Concilio Vaticano II.
La Parte IX, conclusiva, raccoglie studi generali, visioni d’insieme, vuoi sulla prima «Storia del Cristianesimo» di Aa. italiani, in quattro volumi, vuoi su quella di tutti i Papi, o di quasi tutti. La prospettiva finale è data da «La Chiesa nella storia», nella «danza» storica, anche della pietà, ma soprattutto – dulcis in fundo — dalla presentazione del saggio postumo di Raffaello Morghen «Per un senso della storia». Ivi mi chiedevo, alla fine, se, per lui, fosse possibile un suo senso senza riferimento alla Rivelazione. E domandavo altresì: «Si tratta, in caso affermativo, “di puri legami di intelligibilità fra le diverse epoche”, come afferma Marc Bloch? Ovvero la storia è murata (il Morghen ricorda il muro a cui si riferisce Camus e che fa diventare la vita degli uomini “vita da cani”), se si rigetta ogni fede nel trascendente in senso stretto?» Così concludevo, e ripeto oggi: A quest’ultima domanda sarei propenso a rispondere ancora affermativamente.
Indice generale
Nota: In ciascun capitolo, dopo il titolo (con o senza sottotitolo), sono indicate l’opera o le opere su cui si basa il commento dell’autore.
I. “Ordo fraternitatis”: i Laici
- Ricordo del Padre G. G. Meersseman, ovvero della sua opera di ricerca e valorizzazione della spiritualità laicale, p. 23
Un amico e un maestro.
A. MARCHETTO, Episcopato e Primato pontificio nelle Decretali Pseudo-Isidoriane. Ricerca storico-giuridica, Roma 1971. - “Ordo fraternitatis”, p. 33
Confraternite e pietà dei laici nel medioevo.
GILLES GÉRARD MEERSSEMAN, Ordo Fraternitatis. Confraternite e pietà dei laici nel medioevo, in collaborazione con Gian Piero Pacini, I-III, Herder Editrice e Libreria, Roma 1977, XXII, 1401 pp. (Italia Sacra. Studi e Documenti di Storia Ecclesiastica, voll. 24-26). - “Liber Capituli”, p. 40
(dal Diurnale dell’Abbazia di Saint-Denis, Parigi).
GILLES GERARD MEERSSEMAN, O.P., Les Capitulaires du Diurnal Saint-Denis (Cod. Verona Cap. LXXXVIII, Saec. IX), Friburg, Ed. Universitaires 1986, pp.114 (Spicilegium Friburgense, 30) - La spiritualità dell’Occidente medievale, p. 41
ANDRÉ VAUCHEZ, La spiritualità dell’Occidente medioevale. Secoli VIII-XII. Vita e Pensiero, Milano 1978, pp. 199. - Una componente della mentalità medievale: i Penitenziali, p. 53
AA. VV. Una componente della mentalità occidentale: i Penitenziali nell’alto Medio Evo (a cura di MARIA GIUSEPPINA MUZZARELLI), Casa Editrice Patron, Bologna 1980, pp. 344. - Storia e arte del popolo vicentino, p. 59
AA. VV. Onus istud a Domino. Il magistero di Arnoldo Onisto vescovo di Vicenza. Studi di storia e di arte vicentina in onore del suo giubileo sacerdotale, a cura di TULLIO MOTTERLE, Vicenza 1984, pp. 670, con 59 tavole f.t. - Una storia della Chiesa per ragazzi, p. 62
AA. VV., Nel Medioevo. La Chiesa e la sua storia. Una ideazione e una produzione editoriale della Jaca Book, vol. V, illustrazioni di Vignazia, Milano 1979.
II. Falsificazioni Pseudo-Isidoriane ed altre. Loro influsso
- Codici Pseudo-Isidoriani, p. 67
SCHAFER WILLIAMS, Codices Pseudo-Isidoriani. A palaegraphico-historical study, New York, Fordham University Press, 1971, 162 pp. (Monumenta luris Canonici, Series C: Subsidia, 3). - Influsso e diffusione delle Decretali Pseudo-Isidoriane, p. 69
HORST FUHRMANN, Einfluss und Verbreitung der pseudoisidorischen Fälschungen. Von ihrem Auftauchen bis in die neuere Zeit, I-III Stuttgart, Anton Hiersemann, 1972-1974, LVI-1128 pp. (M.G.H. Schriften, Band XXIV, 1-3). - Il Vescovo secondo lo Pseudo-Isidoro (dalle sue Decretali), p. 80
F. YARZA, El Obispo en la organización eclesiástica de las Decretales pseudoisidorianas, EUNSA, Pamplona 1985, pp. 308. - La Donazione Costantiniana, p. 84
PIETRO DE LEO, Ricerche sui falsi medioevali. I: Il Constitutum Constantini: compilazione agiografica del sec. VIII. Note e documenti per una nuova lettura, Reggio Calabria, Ed. Meridionali Riuniti, 1974, VIII-344 pp. - Falsificazioni nel Medio Evo, p. 88
AA. VV. Fälschungen im Mittelalter. Internationaler Kongress der Monumenta Germaniae Historica (München, 16-19 September 1986), Hannover, Hahnschen Buchhandlung, 1988 (M.G.H. Schriften, 33, I-V). - Lo Pseudo-Isidoro e il nuovo C.J.C. della Chiesa Latina, p. 92
La “fortuna” di una falsificazione. Lo spirito dello Pseudo-Isidoro aleggia nel nuovo Codice di Diritto Canonico per la Chiesa Latina?
Congresso: Fälschungen im Mittelalter, organizzato a Monaco di Baviera da Monumenta Germaniae Historica, 15-18 settembre 1986.
Studio dell’autore: Vescovo di Roma e Patriarca d’Occidente, in Apol LX (1987), pp. 651-656 e pp. 339-343 di questo volume.
III. Per la storia del diritto canonico
- Le “D.P.S.” o Collezione in 74 titoli, p. 107
Diversorum patrum sententie sive Collectio in LXXIV titulos digesta, edi-dit Joannes T. Gilchrist. (Monumenta Iuris Canonici, Series B: Corpus Collectionum, vol. 1), Città del Vaticano 1973, pp. I-CXXV, 213. - La “Collectio Vetus Gallica”, detta, in precedenza, “Andegavensis”. Diritto Canonico e Riforma in Francia, p. 111
HUBERT MORDEK, Kirchenrecht und Reform in Frankenreich. Die ‘Collectio Vetus Gallica’, die älteste systematische Kanonessammlung des fränkischen Gallien. Studien und Edition. Berlin-New York, Walter de Gruyter, 1975, XXXIV, 724 pp. (Beiträge zur Geschichte und Quellenkunde des Mittelalters, Bd. 1). - Collezioni di Decretali del XII secolo, p. 117
W. HOLTZMANN, Studies in the collections of twelfth-century decretals (edited, revised and translated by C. R. CHENEY and M. G. CHENEY), Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1979, XXXII, pp. 350 (Monumenta Iuris Canonici. Series B: Corpus Collectionum, vol. 3). - Tra collegialità e curialismo. Linee di sviluppo della canonistica medievale, p. 120
A proposito di una pubblicazione.
A. LANDI, Tra collegialità e curialismo. Linee di sviluppo della canonistica medievale, presentato dai Proff. P. Huizing e D. Maselli, Casa Editrice G. D’Anna, Messina-Firenze 1978, pp. 258. - Canonistica portoghese medievale, p. 133
A. GARCÍA y GARCÍA, Estudios sobre la Canonistica Portuguesa Medieval, Fundación Universitaria Española, Madrid 1976, pp. 295. - “Apparatus Glossarum in Compilationem tertiam” di Giovanni Teutonico (I e II libro), p. 136
K. PENNINGTON (edidit), Johannis Teutonici Apparatus glossarum in Compilationem tertiam, t. I, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1981, pp. I-XXXI, 364 (Monumenta luris Canonici, Series A: Corpus Glossatorum, vol. 3). - Origini del celibato sacerdotale, p. 137
CHRISTIAN COCHINI, S. J., Origines apostoliques du célibat sacerdotal, Ed. Lethielleux, Paris 1981, pp. 479. - Repertorio della canonistica (1140-1234), p. 143
S. KUTTNER, Repertorium der Kanonistik (1140-1234). Prodromus Corporis Glossarum I, Città del Vaticano, 1937 (Studi e Testi 71). Ristampa anastatica Dini, Modena 1981, pp. 1-XX, 537. - “Extravagantes Johannis XXII”, p. 144
JACQUELINE TARANT (edidit), Extravagantes Johannis XXII, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1983, 1-XII, 294 рр. (Monumenta luris Canonici, Series B: Corpus Collectionum, vol. 6). - Decreto di Graziano: “Concordanza”, p. 146
Wortkonkordanz zum Decretum Gratiani. Bearbeitet von TIMOTHY REUTER und GABRIEL SILAGI, Teil 1-5 (pp. I-X, 5058), München 1990 (Monumenta Germaniae Historica, Hilfsmittel 10. 1-5). - Il Decreto di Burcardo di Worms, p. 148
Das Dekret des Bischofs Burchard von Worms. Textstufen-Frühe Verbreitung-Vorlagen (von Hartmut Hoffmann und Rudolf Pokorny), München 1991 (Monumenta Germaniae Historica, Hilfsmittel 12), pp. 332 e 32 fotocopie di estratti dai manoscritti. - “Studia in honorem Em.mi Card. Alphonsi M. Stickler”, p. 149
Studia in honorem Eminentissimi Cardinalis Alphonsi M. Stickler, curante ROSALIO IOSEPHO CARD. CASTILLO LARA, Roma, Libreria Ateneo Salesiano, 1992 (Studia et textus historiae iuris canonici, 7), XXVIII-628 pp. - Il Diritto Antico fino al Decreto di Graziano, p. 152
BRIAN EDWIN FERME, Introduzione alla Storia del Diritto Canonico. I – Il diritto Antico fino al ‘Decretum’ di Graziano, Pontificia Università Lateranense, Mursia, Varese 1998, pp. 205.
IV. Per la storia dei Concili
- L’idea conciliare della Chiesa antica, p. 159
HERMANN JOSEF SIEBEN, Die Konzilsidee der alten Kirche, Paderborn-München-Wien-Zürich 1979, Ferdinand Schöningh, XXV, 540 pp. (Konziliengeschichte, Reihe B: Untersuchungen). - L’idea conciliare del Medio Evo latino, p. 167
HERMANN JOSEF SIEBEN, Die Konzilsidee des lateinischen Mittelalters (847-1378), Paderborn – München – Wien – Zürich, Ferdinand Schöningh 1984, XXII-484 pp. (Konziliengeschichte, Reihe B: Untersuchungen). - Trattati e teorie sul concilio, p. 710
H. J. SIEBEN, Traktate und Theorien zum Konzil, Knecht, Frankfurt a.M. 1983, pp. 296. - Una storia dei Concili ecumenici, p. 172
AA. VV., Storia dei Concili ecumenici, E. GIUSEPPE ALBERIGO, Brescia 1990, pp. 479. - Una storia dei Concili, p. 191
R. AUBERT – G. FEDALTO – D. QUAGLIONI, Storia dei Concili, Edizioni S.Paolo, Cinisello Balsamo 1995, pp. 476. - I Concili del Vaticano, p. 199
ANNIBALE ZAMBARBIERI, I Concili del Vaticano, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 1995, 406 pp. - Chiese particolari italiane a concilio, p. 204
AA. VV., Chiese italiane a concilio (a cura di GIUSEPPE ALBERIGO), Marietti, Genova 1988, 322 pp. (“Dabar”, Saggi di storia religiosa, 6). - Preparazione conciliare (al Vaticano II), p. 211
AA. VV., Verso il Concilio Vaticano II (1960-1962). Passaggi e problemi della preparazione conciliare (a cura di G. ALBERIGO e A. MELLONI), Marietti, Genova 1993, pp. 503. - Vigilia conciliare in Europa e nel cattolicesimo orientale, p. 219
AA. VV., A la veille du Concile Vatican II. Vota et réactions en Europe et dans le catholicisme oriental, ed. M. LAMBERIGTS e CL. SOETENS, Bibliotheek van de Faculteit der Godgeleerdheid, Leuven 1992, pp. 277. - Cristianesimo e Chiesa in America Latina alla vigilia del Vaticano II, p. 229
AA. VV., Cristianismo e iglesias de América Latina en visperas del Vaticano II, Josè OSCAR BEOZZO (editor), Cehila-Editorial D.E.I., San José (Costarica) 1992, pp. 216. - Il Concilio Vaticano II fra attese e celebrazione, p. 230
AA. VV., Il Vaticano Il fra attese e celebrazione (a cura di GIUSEPPE ALBERIGO), Il Mulino, Imola 1995, pp. 250. - Per la storia del Concilio Vaticano II (l’annuncio e la preparazione), p. 235
In occasione dell’inizio di una pubblicazione.
AA. VV., Il cattolicesimo verso una nuova stagione. L’annuncio e la preparazione, gennaio 1959 – settembre 1962 (Vol. I della “Storia del Concilio Vaticano II” diretta da GIUSEPPE ALBERIGO), Società editrice Il Mulino, Urbino 1995, pp. 549. - Per la storia del Concilio Vaticano II (primo periodo e prima intersessione), p. 245
Riflessioni su una storia.
AA. VV., Storia del concilio Vaticano II, diretta da Giuseppe Alberigo, vol. 2: La formazione della coscienza conciliare. Il primo periodo e la prima intersessione (ottobre 1962 – settembre 1963), edizione italiana a cura di Alberto Melloni, Il Mulino, Bologna 1996, pp. 664. - Per la storia del Concilio Vaticano II (secondo periodo e seconda intersessione), p. 263
AA. VV., Storia del concilio Vaticano II, diretta da Giuseppe Alberigo, vol. 3: Il concilio adulto. Il secondo periodo e la seconda intersessione, settembre 1963 – settembre 1964, edizione italiana a cura di Alberto Melloni, Il Mulino, Imola 1998, pp. 590. - Vaticano Il e “modernizzazione”: prospettive, p. 279
AA. VV., Vatikanum II und Modernisierung. Historische, theologische und soziologische Perspektive, (hrsg. FRANZ XAVER KAUFMANN, ARNOLD ZINGERLE) F. Schöningh, Paderborn 1996, pp. 423. - Primato e Collegialità (circa la “Nota Explicativa Praevia”), p. 284
Primauté et Collégialité. Le dossier de Gérard Philips sur la “Nota Explicativa Praevia” (presenté avec introduction historique, annotations et annexes par JAN GROOTAERS), Leuven 1986 (Bibliotheca Ephemeridum Theologicarum Lovaniensium LXXII), pp. 222. - Il Concilio visto dal Card. G. Siri, p. 285
BENNY LAI, Il Papa non eletto, Giuseppe Siri cardinale di Santa Romana Chiesa, Laterza, Bari 1993, pp. 416. - Note del Padre M.-D. Chenu in occasione del Concilio, p. 290
MARIE-DOMINIQUE CHENU, O. P., Notes quotidiennes au Concile (1962-1963). Edition critique et introduction par Alberto Melloni, Les Editions du Cerf, Paris 1995, pp. 153. - Il Vaticano II nel Diario di Mons. N. Edelby, p. 293
NEOPHYTOS EDELBY, Il Vaticano II nel diario di un vescovo arabo (a cura di RICCARDO CANNELLI. Introduzione di ANDREA RICCARDI), San Paolo, Cinisello Balsamo 1996, pp. 360. - A. Bea, Padre conciliare, p. 297
STJEPAN SCHMIDT, Agostino Bea, Cardinale dell’ecumenismo e del dialogo, Edizioni San Paolo, Alba 1996, pp. 197. - Alcuni ricordi conciliari del Card. J. Ratzinger, p. 301
JOSEPH RATZINGER, La mia vita. Ricordi (1927-1977), Ed. San Paolo, Mappano (TO) 1997, pp. 121 e 30 pp. di fotografie. - L’evento e le decisioni. A proposito di una “tesi” sul Concilio Vaticano II, p. 305
In occasione della pubblicazione di un “manifesto”.
AA. VV., L’Evento e le decisioni. Studi sulle dinamiche del Concilio Vaticano II (a cura di MARIA TERESA FATTORI e ALBERTO MELLONI), Il Mulino, Imola 1997, pp. 534. - Il Concilio Vaticano Il visto da Mosca, p. 315
Riflessioni su un colloquio.
AA. VV., Vatican II in Moscow (1959-1965), (A. MELLONI ed.), Leuven 1997, pp. 352. - Il Concilio Vaticano II, preparazione della Chiesa al Terzo Millennio, p. 322
VINCENZO CARBONE, Il Concilio Vaticano II, preparazione della Chiesa al Terzo Millennio, Città del Vaticano 1998, pp. 202. Quaderni de “L’Osservatore Romano” N. 42. - Per una corretta interpretazione del Concilio Vaticano II, p. 325
A proposito di un recente volume.
LEO SCHEFFCZYK, La Chiesa. Aspetti della crisi postconciliare e corretta interpretazione del Vaticano II, (presentazione, all’edizione italiana, di JOSEPH RATZINGER), Jaca Book, Como 1998, pp. 183.
V. Il primato del Vescovo di Roma
- Il Vescovo di Roma nella visione di un ecumenista cattolico, p. 333
J-M. TILLARD, O.P., L’Evêque de Rome, Les Editions du Cerf, Paris 1982, pp. 240. - Vescovo di Roma e Patriarca d’Occidente, p. 339
A proposito di un suggerimento del “Groupe des Dombes” nel suo quinto documento: “Il Ministero di comunione nella Chiesa Universale”. - L’ecclesiologia di comunione, p. 343
J.-M.-R. TILLARD, Eglise d’Eglises. L’ecclesiologie de communion, Les Ed. du Cerf, Paris 1987, pp. 415. - La Chiesa locale. Ecclesiologia di comunione e cattolicità, p. 345
A proposito di uno studio recente.
In questo volume, pp. 339-343.
JEAN-MARIE R. TILLARD, L’Eglise locale. Ecclésiologie de communion et catholicité, Paris 1995, pp. 578. - Il primato della Chiesa di Roma alla luce dei primi quattro secoli, p. 352
GIOVANNI FALBO, Il primato della Chiesa di Roma alla luce dei primi quattro secoli, Coletti, Roma 1989, 434 pp. - Il primato del Vescovo di Roma nel primo millennio, p. 354
AA. VV., Il Primato del Vescovo di Roma nel primo millennio. Ricerche e Testimonianze. Atti del Symposium storico-teologico, Roma 9-13 ottobre 1989 (a cura di MICHELE MACCARRONE), Città del Vaticano 1991, pp. IX, 782. - Una storia “ecumenica” del primato pontificio, p. 362
KLAUS SCHATZ, La primauté du Pape. Son histoire, des origines à nos jours, Paris 1992, 288 pp. - “In partem sollicitudinis … non in plenitudinem potestatis”. Evoluzione di una formula “fortunata” di rapporto Primato-Episcopato, p. 369
G. G. MEERSSEMAN, Ordo Fraternitatis. Confraternite e pietà dei laici nel medioevo (in collaborazione con G. P. PACINI), Herder, Roma 1977, p. 265.
Cfr. la nostra recensione in Apol LII (1979), pp. 583-592, e, in questo volume, pp. 33-40. - Per una storia della Rappresentanza Diplomatica della Santa Sede, p. 395
PIERRE BLET, S.J., Histoire de la Représentation Diplomatique du Saint-Siège dès les origines à l’aube du XIXe siècle. Città del Vaticano 1982, Archivio Vaticano, XX-538 pp. (Collectanea Archivi Vaticani, 9). - Coerenza ecclesiologica e canonica del primato di giurisdizione, p. 400
ALFONSO CARRASCO ROUCO, Le primat de l’Eveque de Rome. Etude sur la cohérence ecclésiologique et canonique du primat de juridiction, Fribourg 1990, 284 pp. (Studia Friburgensia, Nouvelle Série 73, Sectio Canonica 7). - Sguardo storico del Padre Congar su Chiesa e Papato, p. 408
Cardinal YVES CONGAR, Église et Papauté. Regards historiques, Les Editions du Cerf, Paris 1994, 318 pp. - Pietro e l’unità della Chiesa, p. 412
A proposito di una pubblicazione.
R. MINNERATH, De Jérusalem à Rome. Pierre et l’unité de l’Eglise apostolique, Beauchesne, Paris 1995, pp. 616 (vol. 101 della Collezione “Théologie Historique”). - Ortodossia ed ecumenismo oggi, p. 418
Dialogo con il Patriarca Bartolomeo I secondo Clément.
OLIVIER CLÉMENT, “La vérité vous rendra libre”. Entretiens avec le Patriarche (Ecuménique Bartolomé Ier, J.-C. Lattès-Desclée de Brouwer, Mesnil-sur-l’Estrée 1996, pp. 358. - Il primato del Vescovo di Roma visto da O. Clément, p. 423
OLIVIER CLÉMENT, Rome autrement. Un orthodoxe face à la papauté (in pagina interna, invece, si legge: “Une reflexion orthodoxe sur la papauté”), Desclée de Brouwer, Lonrai (Orne) 1997, pp. 199. - S. Bulgakov e il primato del Vescovo di Roma, p. 429
Dalle mura di Chersoneso al pozzo di Giacobbe. Evoluzione del pensiero di Sergij Bulgakov sul primato del Vescovo di Roma.
SERGIJ BULGAKOV, Alle Mura di Chersoneso e altri scritti. La Casa di Matriona, Milano 1998, pp. 303. - Una risposta qualificata alla “Ut unum sint”, circa l’esercizio del primato, p. 435
Il primato del successore di Pietro. Atti del simposio teologico, Roma, dicembre 1996, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1998, pp. 509. - Ricezione, ecclesiologia ed ermeneutica ecumeniche, p. 443
Una riflessione.
ALAN FALCONER (a cura di), Faith and Order in Moshi: The 1996 Commission Meeting, Faith and Order Paper No. 177, WCC Publications, Ginevra 1998, pp. 339. - Natura e finalità della Chiesa (progetto ecumenico), p. 448
Una riflessione.
Faith and Order Commission, The Nature and Purpose of the Church: A Stage on the Way to a Common Statement, Faith and Order Paper No. 181, Bialystok 1998, pp. 61.
in questo volume pp. 443-448 - Per una ermeneutica ecumenica, p. 454
“Un tesoro in vasi di creta”. Strumento per una riflessione ecumenica sull’ermeneutica.
Commissione Fede e Costituzione, A Treasure in Earthen Vessels: An Instrument for an Ecumenical Reflection on Hermeneutics, Faith and Order Paper No. 182, Bialystok 1998, pp. 42.
VI. Nel Medio Evo
- Il Medio Evo nella storiografia degli ultimi 20 anni, p. 461
PIERO ZERBI, Il Medioevo nella storiografia degli ultimi vent’anni, Vita e Pensiero, Milano 1977, 356 pp. - Sul Papato del IX secolo, p. 467
A. LAPÔTRE, S.J., Études sur la Papauté au IXe siècle (voll. I e II). (Avant-propos de André Vauchez. Introductions de Paul Droulers et Girolamo Arnaldi), Bottega d’Erasmo, Torino 1978 (pp. I-LXIII, 476; 555). - La “unitas regni” e la divisione di Verdun (843), p. 477
URSULA PENNDORF, Das Problem der “Reichseinheitsidee” nach der Teilung von Verdun (843). Untersuchungen zu den späten Karolingern, Arbeo-Gesellschaft, München 1974, 204 pp. (Münchener Beiträge zur Mediävistik und Renaissance-Forschung, 20). - La fondazione della “Christianitas”, p. 480
JUDITH HERRIN, The Foundation of Christendom, Princeton University Press, Princeton New Jersey 1987, 530 pp. - Una storia dell’Italia medievale (410-1216), p. 487
OVIDIO CAPITANI, Storia dell’Italia medievale: 410-1216, Roma-Bari 1988, VIII, 542 pp. (Biblioteca Universale Laterza). - Una storia dell’Italia religiosa. L’Antichità e il Medio Evo, p. 492
Storia dell’Italia religiosa. 1. L’Antichità e il Medioevo (a cura di ANDRÉ VAUCHEZ), Editori Laterza, Bari 1993, pp. XVI, 612. - Dialettiche ecclesiologiche del sec. XI, p. 496
OVIDIO CAPITANI, Tradizione ed interpretazione: dialettiche ecclesiologiche del sec. XI, Jouvence, Roma 1990, 262 pp.
VII. Nell'età contemporanea, la Chiesa
- La Santa Sede e la Seconda guerra mondiale, p. 507
Le Saint-Siège et la guerre mondiale. Janvier 1944 – Mai 1945 (Actes et Documents du Saint-Siège relatifs à la seconde guerre mondiale, vol. 11, ed. P. BLET – R. A. GRAHAM – A. MARTINI – B. SCHNEIDER), Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1981 (pp. I-XXX, 790). - Pio XII e la guerra mondiale, p. 510
PIERRE BLET, S. J., Pie XII et la Seconde Guerre mondiale d’après les archives du Vatican, Librairie Académique Perrin, Mesnil-sur-l’Estrée 1997, pp.336. - Mons. Orsenigo, Nunzio Apostolico in Germania (1930-1946), p. 514
MONICA M. BIFFI, Mons. Cesare Orsenigo nunzio apostolico in Germania (1930-1946), NED (Archivio Ambrosiano LXXV), Milano 1997, pp. 339. - I cattolici nel mondo contemporaneo (1922-1958), p. 517
A proposito di una pubblicazione.
[A cura di] M. GUASCO, E. GUERRIERO, F. TRANIELLO, I Cattolici nel mondo contemporaneo (1922-1958), Cinisello Balsamo (Milano), Edizioni San Paolo, 1991, pp. 786 (Storia della Chiesa, iniziata da A. Fliche e V. Martin, vol. XXIII). - Lo scambio fraterno tra le Chiese. Componenti storiche della comunione, p. 531
A proposito di un concetto-realtà-mistero fondamentale.
V. PERI, Lo scambio fraterno tra le Chiese. Componenti storiche della comunione, Libreria Ed. Vaticana, Città del Vaticano 1993, 495 pp. (Storia e Attualità XIII). - Una storia dell’Italia religiosa. L’età contemporanea, p. 545
Storia dell’Italia religiosa. 3. L’Età contemporanea (a cura di GABRIELE DE ROSA), Editori Laterza, Bari 1995, pp. XXXVI, 619. - La Chiesa in Europa (1945-1991), p. 548
VICENTE CARCEL ORTI, La Chiesa in Europa 1945-1991, Paoline, Alba 1992, 424 pp. - Le Nazioni non muoiono, p. 551
R. MOROZZO DELLA ROCCA, Le Nazioni non muoiono. Russia rivoluzionaria, Polonia indipendente e Santa Sede, Il Mulino, Bologna 1992, pp. 350 (Collana di Storia Contemporanea). - La Santa Sede e Mosca, p. 559
A proposito di una pubblicazione.
A. RICCARDI, Il Vaticano e Mosca (1940-1990), Bari 1993, pp. I-XVI, 390 (Biblioteca Universale Laterza 395). - I genocidi del XX secolo, p. 571
Lo stato criminale. A proposito di una pubblicazione.
YVES TERNON, Lo Stato criminale. I genocidi del XX secolo, Casa Ed. Corbaccio, Cuneo 1997, pp. 426. - Dalle missioni alle Chiese locali, p. 578
AA. VV. Dalle Missioni alle Chiese locali (1846-1965), (a cura di J. METZLER), Ed. San Paolo, Alba (Cuneo) 1990, 708 pp. (vol. XXIV della “Storia della Chiesa” iniziata da Fliche-Martin). - La Chiesa in Africa, p. 588
Eglise et Histoire de l’Eglise en Afrique. Actes du Colloque de Bologne, 22-25 Octobre 1988, édités par GIUSEPPE RUGGIERI, Paris 1990, XXVI-394 pp. (Bibliothèque Beauchesne. Religions, Société, Politique). - La Chiesa del Vaticano II
I Parte, p. 595
La Chiesa del Vaticano II (1958-1978) (a cura di MAURILIO GUASCO, ELIO GUERRIERO e FRANCESCO TRANIELLO), Parte Prima, Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo 1994, pp. 594. (Vol. XXV/1 della “Storia della Chiesa” iniziata da Fliche-Martin).
Il Parte, p. 605
La Chiesa del Vaticano II (1958-1978) (a cura di MAURILIO GUASCO, ELIO GUERRIERO e FRANCESCO TRANIELLO), Parte Seconda, Ed. San Paolo, Pioltello (Milano) 1994, pp. 727 (vol. XXV/2 della “Storia della Chiesa” iniziata da Fliche-Martin). - Le Chiese d’Oriente, p. 614
FILIPPO CARCIONE, Le chiese d’Oriente. Identità, patrimonio e quadro storico generale, Ed. S. Paolo, Alba (Cuneo) 1998, pp. 286.
VIII. Nell'età contemporanea, i Papi
- Il potere del Papa da Pio XII a Paolo VI, p. 621
ANDREA RICCARDI, Il potere del Papa da Pio XII a Paolo VI, Laterza, Bari 1988, XII-390 pp. - Chiesa e Papato nel mondo contemporaneo, p. 634
AA. VV., Chiesa e Papato nel mondo contemporaneo, a cura di G. ALBERICO e A. RICCARDI, Roma-Bari 1990, VIII, 540 pp. (Collana Storia e Società). - Papa Giovanni, Vescovo di Roma, p. 646
MICHELE MANZO, Papa Giovanni Vescovo a Roma. Sinodo e pastorale diocesana nell’episcopato romano di Roncalli, Ed. Paoline, Alba 1991, pp. 331 pp. - Fu Mons. G.B. Montini uno storico?
I Parte, p. 653
NELLO VIAN, Introduzione a “Lettere a casa 1915-1943” (G. B. MONTINI, PAOLO VI), Rusconi, Milano 1987, p. 9.
Il Parte, p. 660
Nota sul tema di Mons. G. B. Montini “storico”, in Apol LXII (1989), pp. 243-252. Riflessione sugli Appunti dei corsi di “Storia della Diplomazia Pontificia” tenuti all’Istituto Utriusque Juris S. Apollinare. - Paolo VI, il papa che baciò la terra, p. 671
A proposito di una pubblicazione.
ANTONIO ACERBI, Paolo VI. Il papa che baciò la terra, Edizioni San Paolo, Alba (Cuneo) 1997, pp. 164.
IX. Visioni storiche d'insieme
- Storia del cristianesimo. L’antichità, il medio evo, l’età moderna, l’età contemporanea, p. 681
AA. VV., Storia del Cristianesimo. L’antichità (a cura di G. FILORAMO e D. MENOZZI), Editori Laterza, Bari 1997, pp. VIII, 475. - Il cristianesimo in Italia, p. 699
GIUSEPPE ALBERIGO, Il Cristianesimo in Italia, Laterza, Bari 1989, 156 pp. - Da Pietro a Giovanni Paolo II, p. 701
A proposito di una pubblicazione sulla storia dei Papi.
H. FUHRMANN, Storia dei Papi da Pietro a Giovanni Paolo II, Laterza, Bari 19922, pp. XI, 213. - Una storia dei Papi, p. 707
AA. VV., Storia dei Papi (a cura di M. GRESCHAT e E. GUERRIERO), Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 1994, pp. 1015. - La Chiesa nella storia, p. 711
GIUSEPPE ALBERIGO, La Chiesa nella storia, Paideia ed., Brescia 1988, 336 pp. - La danza con la storia, p. 719
Una recente “intervista” a Pierre Chaunu.
PIERRE CHAUNU, ERIC MENSION-RIGAU, Danse avec l’Histoire, Ed. de Fallois, Paris 1998, pp. 311. - La storia della pietà, p. 722
ROMANA GUARNIERI, Una singolare amicizia. Ricordando don Giuseppe De Luca, Marietti 1820, Genova 1998, pp. 304. - Per un senso della storia, p. 725
RAFFAELLO MORGHEN, Per un senso della storia. Storici e storiografia (a cura di GABRIELLA BRAGA e PAOLO VIAN), Morcelliana, Brescia 1983, pp. 244.
Postfazione
Attualità della ricerca.
Indipendentemente dal credere o meno, il lettore, che la storia è magistra vitae, può risultare interessante, al termine della cavalcata sui molti sentieri della nostra ricerca, – pur ricondotti a 9 grandi autostrade, per rimanere in continuità d’immagine – conoscere il pensiero dell’Autore circa l’attualità di queste sudate carte, ovvero riguardo alla possibilità che da esse scaturisca luce e soluzione a questioni candenti dell’oggi ecclesiale e papale.
Orbene pensiamo di non peccare di presunzione nel dare risposta positiva al quesito, indicando almeno tre importanti piste di aggancio al presente.
La prima è direttamente legata all’auctoritas nella Chiesa, a quella Collegialità riscoperta dal Concilio Vaticano II, in linea con la dimensione conciliare della Chiesa, da noi ampiamente qui presentata ed intimamente connessa, peraltro, con l’esercizio anche personale del Primato pontificio. Il binomio inscindibile Episcopato-Papato ne risulta rafforzato per il bene della Communio, che è pure gerarchica e posta a difesa dei Vescovi stessi. In tale quadro risulta evidente dalle nostre ricerche quanto sia oggi nevralgica l’ermeneutica del Concilio Vaticano II, Sinodo ecumenico che proprio avrebbe risentito — come qualcuno ha detto — «della mancata assistenza degli storici della Chiesa sia tra i Padri sia tra i periti». Nella Chiesa continuità storica e rinnovamento, in effetti, vanno insieme, ed essi si sono abbracciati in Concilio. È perciò erroneo impostare la pratica postconciliare su quello che fu ed è considerato come la presunta novità, nel modo di pensare da parte dei Padri conciliari. Il compito di comunicare le reali affermazioni del Concilio alla coscienza ecclesiale e di plasmarla a partire da queste ultime rimane dunque in parte da realizzare.
Una seconda pista d’attualità ci sembra derivare dallo studio delle falsificazioni medioevali e specialmente da quelle ps. isidoriane. Di fatto, a partire dal IX sec. — che fu determinante per la definitiva rottura tra la Chiesa d’Oriente e d’Occidente – abbiamo rilevato la presenza forte di quell’inquinamento ps.-isidoriano di mentalità che produrrà tutti i suoi frutti in « epoca gregoriana» ed oltre, tanto da giungere, la sua «fortuna», al nuovo C.J.C.
A tale riguardo dagli studi qui presentati risulta fondamentale in particolare l’evoluzione di quella formula (In partem sollicitudinis [vocati], non in plenitudinem potestatis) di rapporto Primato-Episcopato, che, recepita dallo Ps.-Isidoro, e accolta da Gregorio VII e dai «gregoriani» piuttosto come orientamento pratico, diventò sempre più, nel moltiplicarsi delle citazioni, e con la caduta della prima parte del binomio, un mezzo di esaltazione del Pontificato e del Primato romano, mutuando dal diritto canonico la sua giustificazione e dal pensiero scolastico una compiuta sistemazione teorica e dottrinale. Si considerò così il Papa come Vescovo universale, costituito da Cristo Supremo Pastore, da cui gli altri Vescovi ricevono la potestas iurisdictionis, giungendo, alcuni, a ritenerli come Vicari papali.
La terza importante pista di attualità, infine, riguarda la relazione Papato-Patriarcati, soggetta pure a tendenza ps.-isidoriana, che trasferisce relazioni caratteristiche del Patriarcato d’Occidente, o della stessa Provincia ecclesiastica romana (fra il Vescovo di Roma e i suoi confratelli nell’Episcopato), ad altri Patriarcati. Entriamo in tal modo in campo di meditato ecumenismo, come del resto vi penetriamo per quel che concerne anche l’influsso ps.-isidoriano in genere. In effetti una approfondita analisi del fatto che, dalla rottura con l’antico «Patriarcato» occidentale (o Chiesa latina) conduce a pensare che l’attuale esercizio delle prerogative patriarcali, da parte del Romano Pontefice, non va considerato esemplare di relazioni di piena comunione da crearsi di nuovo con l’Oriente e con altre Chiese o comunità ecclesiali.
Anche qui l’essenziale e l’accessorio, il dogma e la sua veste temporale che muta, dovrebbero essere distinti, nella fedeltà a quella Chiesa indivisa del I Millennio che ci chiama a conversione e riforma. I legami di comunione, quindi, dal punto di vista disciplinare e di organizzazione ecclesiale, potranno essere differenti all’interno di una Chiesa riunita, a cui ardentemente aneliamo. Eppure essa conserverà — e ciò vale pure per i cattolici – la fisionomia policroma delle varie componenti ora esistenti come separate – se si può usare una tale linguaggio, per intenderci – in tutto quello che non contraddica, evidentemente, la comunione piena di fede e carità e della grande” disciplina.
Lo scandagliare, a tale riguardo, il primo Millennio è impresa indispensabile perché atta ad illuminare la situazione della Chiesa un tempo indivisa, per quanto concerne i rapporti tra l’Oriente e l’Occidente, fondamentali – riteniamo – per ispirare adesso anche quelli da riannodare con i fratelli non in piena comunione con noi. E risultato a noi evidente, infatti, guardando al passato, che la sollicitudo tradizionale dalla S. Sede per le Chiese affidate in Occidente alla sua speciale cura si realizza assicurando anzitutto l’ordinatio e la dispositio nel proprio Patriarcato. Tuttavia essa non può esplicare e assorbire, nelle pur legittime espressioni canoniche e giurisdizionali, la sollicitudo omnium ecclesiarum propria del Pastore universale di tutta la Chiesa.
La distinzione non è solo dimostrabile sul piano storico, con abbondanza di riferimenti, ma il suo ricupero appare altresì fondamentale e prerequisito per una fruttuosa prosecuzione del dialogo ecumenico in corso. Indica cioè un principio validissimo di dialogo ecumenico l’esistenza di quelle famose tre zone di esercizio dell’autoritas del Vescovo di Roma nei primi 3 secoli della vita della Chiesa, poiché atte ad ispirare nuovi-antichi cammini di «adattata» comunione nell’unità della fede e della grande disciplina ecclesiale.
La giurisdizione patriarcale non andrebbe quindi dissolta in quella papale e si vincerebbe così quell’accentramento romano che ha offuscato – lo ripetiamo – l’antica distinzione tra il pontificato supremo, nel cattolicesimo, e il patriarcato romano ed occidentale.
Non crediamo di essere fuorviati dallo studio personale se affermiamo in tale quadro che vi è qui una risposta all’invito dell’Ut unum sint, a scandagliare l’esercizio del Primato pontificio per farne oggetto di dialogo ecumenico, al fine di renderlo più «accettabile» ecclesialmente, nella linea del I Millennio unito, senza ripudiare l’ulteriore sviluppo dogmatico, per noi, del II Millennio.
Orbene i due temi di approfondimento e di attualità dell’influsso ps.-isidoriano, sopra menzionati, non intaccano il dogma proclamato dal Vaticano I e confermato dal II, ma nello stesso tempo possono veramente sbloccare il dialogo ecumenico, almeno nella sua fase odierna. La distinzione tra esercizio del Primato, tanto più se centralizzatore, e dei poteri patriarcali, ci sembra dunque fondamentale, – lo riconfermiamo – anche se all’interno della Chiesa latina rapporti organici (gerarchici) particolari, importati dai secoli, dovrebbero rimanere saldi, pure in un Patriarcato dilatato a tutti i continenti dalla storia e dall’epopea missionaria. Videant consules!
Roma, Festa di Ognissanti del Grande Giubileo dell’anno 2000.