La famiglia Arcelli trae origine nel IX-X secolo nella consorteria (probabilmente un’associazione di famiglie se non un singolo grande ceppo familiare) fontanese, ovvero originate nella zona di Fontana Pradosa presso Piacenza. Di poca verosimiglianza sono le origini leggendarie che risalgono al periodo carolingio, mentre è sostanzialmente verosimile un’ascendenza fino ad alcuni notabili e militari, uno dei quali, Rinaldo de Vico Vallengarii, è menzionato in un atto del 978. Nel X-XI secolo un’esponente della consorteria fontanese, l’arcivescovo Gregorio da Fontana, ebbe ruoli rilevanti, arrivando ad essere arcicancelliere imperiale.
Tuttavia, solo a partire dalla prima metà del XII secolo i fontanesi si divisero in varie casate, una delle quali furono gli Arcelli, con Anrico (documentato nel 1132), che fu il primo esponente noto ad usare il cognome. Se il nome Arcelli prevalse nell’uso comune, la memoria fontanese rimase nello stemma familiare. Infatti, alcuni membri del casato dei da Fontana avevano partecipato alla I crociata (1096-1099), successiva al concilio di Piacenza, e avevano scelto come stemma uno scudo crociato a scacchi. Da allora l’arma gentilizia delle famiglie fontanesi rimase proprio una croce scaccata (i colori variano a seconda dei diversi casati), spesso inquartata con altri emblemi.
Tra gli esponenti di rilevo nel tempo vi furono diversi membri illustri, incluso prelati, giuristi, uomini d’arme e il banchiere Gandolfo d’Arcelli, morto nel 1308 a Parigi, dove gestiva la filiale della compagnia dei Borrini, e che, nei primi anni del secolo XIV, era stato il principale contribuente del fisco parigino e uno dei banchieri di fiducia del magistero del Tempio. Lasciò eredi alcune nipoti, che vivevano tra Parigi e Saarbrucken, nell’allora ducato di Lussemburgo (territorio imperiale), oltre ai cugini in primo grado a Piacenza, da cui discendono tutti gli esponenti attuali della famiglia.
Uno di essi era Leonardo, creato cavaliere da Arrigo VII, nel 1311, brevemente signore di Borgonovo e inviato della città ad Avignone nel 1331. Un suo nipote, Filippo Arcelli, morto a Gradisca nel 1421, fu valente capitano militare, per Milano e per Venezia. Per la Serenissima condusse la campagna che portò alla conquista di gran parte del Friuli. Fu anche brevemente signore sovrano di Piacenza tra il 1415 e il 1418, venendo riconosciuto dai principali principi confinanti con un accordo nel 1416, ma il suo dominio fu effimero. Sua figlia Maddalena sposò Taddeo d’Este, marchese di Ferrara. Nella prima metà del XVII secolo Cristoforo Arcelli, insigne giurista, fu presidente della Camera Ducale di Piacenza.
La famiglia è oggi rappresentata da varie linee superstiti che portano titoli comitali (Arcelli e Arcelli Fontana di Monteventano) e di nobiltà generosa (Arcelli). Gli attuali discendenti della famiglia sono stati ricevuti, in gradi richiedenti le prove nobiliari, nel Sovrano Militare Ordine di Malta. La linea principale della famiglia Arcelli è rappresentata dal ramo comitale che con D.M. del 1904 e in diversi provvedimenti successivi ha ottenuto il riconoscimento del titolo di conte di Monteventano e Montebissago (m) e di nobile (mf). La linea nobiliare si è distaccata da quest’ultima linea nel XIV-XV secolo, con Tommaso di Francesco di Giacomo Arcelli (quest’ultimo fu lo stipite di quasi tutte le linee della famiglia Arcelli fiorenti oggi) aveva fatto testamento nel 1384, lasciando ai suoi tre figli Andrea, Luchino e Paolo diverse proprietà. In particolare, a Luchino Arcelli toccarono i beni di Pavarano, a Paolo quelli di Arcello e del Castellaro Arcelli e ad Andrea Arcelli, prozio del Filippo Arcelli che fu signore di Piacenza (1415-1418), quelli di Azzano, Morago e Castellaro Arcelli.
La genealogia integrale della famiglia Arcelli è pubblicata sul sito www.arcelli.org e su diversi volume e siti editi anche in anni recenti.